lunedì 15 ottobre 2012

Contro ogni possesso, anche dei figli da parte dei genitori

Luca scrive su Fecebook:
Ma sono l'unico nauseato dall'ipocrisia e dalla morbosità sul bambino di Padova? Sono l'unico a pensare che davanti aparenti che non ottemperano alle disposizioni di un Tribunale di un Paese democratico si debba intervenire?
Registro la condanna da parte del ‘sentire pubblico’ del comportamento della Polizia, oggettivamente maldestro e inopportuno; comportamento, peraltro, portato alla ribalta da immagini ‘rubate’, completamente decontestualizzate. Mi colpisce soprattutto la posizione assunta dalle ‘istituzioni’, appiattita nell'assecondare tale sentire.
Bisognerebbe conoscere la storia, e solo dopo averla compresa provare a trarre le conclusioni. Invece no! Tutti, o quasi, a deplorare il comportamento della Polizia. Tutti all’unisono legittimati nello stigmatizzare una azione, senza traccia di 'riserve' e senza opportuni approfondimenti. Perché?

Io ho sempre detestato ogni forma di possesso nei miei confronti, soprattutto quella dei miei genitori: benché non rilevante in sé, l’ho sempre ostacolata e rifuggita, compresa solo quando sono diventato genitore. È potente l’identificazione con il figlio; è potente l’idea di continuità e successione. È un sentire ambivalente: necessario per l’accudimento, propedeutico per l’emancipazione, ma potenzialmente distruttivo, foriero di blocchi e ‘castrazioni’.
Ritengo che l’esplosione dello scandalo porti prepotentemente in luce il tema del possesso dell’altro qualora sussista una appartenenza. E nessuna appartenenza è così forte come quella tra genitori e figli. Una proprietà che prescinde, appunto, la legge.
La Polizia ha quindi violato un profondo e potente schema implicito.
Ma se è vero che nessuno meglio dei genitori è nelle condizioni di accudire i figli, se è pressoché vero che costoro sono le persone maggiormente abilitate a farlo, è un dato che ci sono genitori che, pensando di fare il bene, causano ai figli danni e violenze, spesso irreparabili. Ognuno, guardandosi attorno, talvolta anche osservando la propria storia, può constatare la veridicità di tale affermazione.
L’intervento del 'tribunale' è il mezzo estremo che una società civile si da per intervenire nel caso di evidenti incapacità e/o inadeguatezze. È assolutamente un valore.
L'attuazione però presenta pesi e misure diverse: agita, talvolta con disinvoltura, nel caso di degrado e incapienza, calibrata nella ‘normalità’, omessa in presenza di interlocutori forti e potenti.
Mi scandalizza più questa impunità che gli eccessi della Polizia.
 
Foto: Mother
 

Nessun commento:

Posta un commento