mercoledì 21 novembre 2012

La provocazione della diversità, tra accoglimento e negazione

Non ho nulla contro l’omosessualità’. Non trovo alcuna motivazione per connotare tale orientamento sessuale come sbagliato, neppure per assegnargli un’aurea di ‘specialità’, soprattutto qualora consegua la ribalta pubblica.
'Non ho nulla contro l’handicap’. Non è né facile né indifferente il contatto con la disabilità, ma essendo convinto che non ci sia alcuna responsabilità nell’essere in tale condizione, non riesco ad imputare alle persone coinvolte alcuna colpa.
Non ho nulla contro la diversità di genere’. Assisto, un po’ inerme, forse per comodità, all’ingiustizia culturale che scarica sul ‘femminile’ incombenze scomode e pesanti; vivo altresì con mortificazione il perpetuarsi del maschilismo che tratta il ‘femminile’ con banalità e superficialità.
Non ho nulla contro la diversità etnica, culturale e religiosa. Convinto che la condizione di nascita caratterizzi i tratti culturali dell’individuo, ritengo di non poter giudicare ciò che ha storia, percorso, direttrici, diverse e lontane dalle mie.
Sono attratto e affascinato dalla diversità: non tanto quale spettatore di un’attrazione circense, piuttosto come persona che, consapevole del valore intrinseco della diversità, prova a raccogliere la sua provocazione. Osservarla, mettersi a confronto, provare a comprenderla sono azioni rivoluzionarie: benché più volte provato e stremato, mai sono ‘affogato’ sotto le sue sollecitazioni, anzi, il più delle volte ho trovato nutrimento.
Ma il vissuto e la percezione della diversità dipendono dalla capacità del singolo di abitarla, accoglierla e, nella migliore delle ipotesi, trattarla. Riconosco, infatti, che la diversità può avere un impatto distruttivo e destrutturante: messa in discussione, scandalo, irricevibilità e indigeribilità, in taluni casi anche negazione.
La reazione alla diversità può degenerare qualora, all’interesse e alla curiosità, prevalga paura e minaccia e conseguentemente, sulla base della mera forza dei numeri, trova spazio il disprezzo, la prepotenza, talvolta anche la violenza.
Ho molto contro questa deriva, diffusa tra i più e culturalmente giustificata.

Foto: 6°festival 14giugno (21)


Nessun commento:

Posta un commento