martedì 30 aprile 2013

Il cambiamento rinviato


Condivido l’analisi di Concita De Gregorio: l’esecutivo Letta è un ‘governo della riduzione del danno’. Nulla di più. Ha escluso dalle posizioni rilevanti gli ‘impresentabili’, probabilmente farà alcune cose buone, ma non è costitutivamente attrezzato per affrontare la profonda esigenza di cambiamento.
Avrei preferito che si esplorassero altri territori e che gli attori fossero diversi. Sarebbe stato sicuramente rischioso, ma questo è il tempo di osare.
Delle vicende politiche di queste ultime settimane rimane solo il discorso di Giorgio Napolitano, neppure la sua rielezione a Presidente della Repubblica. Dall’alto della sua legittimazione si è autorizzato a dire come stanno le cose: ha denunciato la situazione di paralisi e le responsabilità della classe politica.
Beppe Severgnini ha elencato le parole utilizzate da Napolitano: “omissioni, guasti, irresponsabilità, lentezze, esitazioni, calcolistrumentali, tatticismi, sperimentalismi, sterilità, autoindulgenza, nulla difatto, corruzione, sordità e dispute banali. Termini che stigmatizzano una stagione politica e con essa un intero periodo storico caratterizzato da una cultura del fare e gestire istituzionale che, a cascata, ha coinvolto, con responsabilità progressiva, tutto e tutti.

mercoledì 17 aprile 2013

Ridefinire la realizzazione, il successo, anche la felicità


Sotto i colpi della crisi la società dei consumi viene fortemente sollecitata: il paradigma del possesso vacilla, la ‘dittatura delsuperfluo’ non regge più. Gli inviti al consumo e alla spesa quale strategia per la crescita e lo sviluppo appaiono inconsistenti e anacronistici.
È in atto un profondo rovesciamento dei fattori in campo: i profeti del risparmio, del riuso, dell’eco compatibilità da ‘vox clamantis in deserto’ si ritrovano in pole position per le posizioni che contano. Ecco Grillo al Quirinale per le consultazioni, Laura Boldrini alla terza carica dello stato, per non parlare di Milena Gabanelli prima scelta del Movimento 5 Stelle per la Presidenza della Repubblica. Spazi nuovi, tutti da abitare e interpretare ex novo. E siamo solo all’inizio.
Tutto cambia, pezzo dopo pezzo, tutto assume altra connotazione. È solo una questione di tempo, ma tutto è destinato a mutare, a cambiar volto e fisionomia.

martedì 2 aprile 2013

Dalla parte di Bergoglio e non del ‘papa’

L’immagine del nuovo papa assieme a quello emerito in preghiera a Castel Gandolfo appare rassicurante e riparatrice, quasi consolatoria: sembra dire che nonostante le ‘atipicità’ di Bergoglio “tutto sarà come prima”.
Spero vivamente non sia così.
Vivo con ambivalenza l’entusiasmo dell’opinione pubblica di fronte al nuovo pontefice. Tutti sembrano applaudirlo, apprezzarlo, anche stimarlo. Sentimenti forti, estremizzati, sintomatici a mio avviso più del bisogno di risposte alle profonde esigenze contingenti che espressione di un sentire comune.
Anche io mi metto dalla parte di papa Francesco che – come afferma Barbara Spinelli – è ‘sceso dal trono’ e – aggiungo io – ha ‘aperto le porte’: in questi decenni ho preso le distanze sia dal paternalismo ‘wojtyłiano’ che dal razionalismo ‘ratzingheriano’ e rimango, per ora, meravigliato dalle parole e dai gesti del nuovo pontefice. Wojtyła, Ratzingher e Bergoglio sono figure palesemente diverse, alternative. Non è possibile apprezzare l’uno, l’altro e l’altro ancora. O si sta da una parte oppure dall’altra.