martedì 1 ottobre 2013

Meritato declino


Assisto, inerme, all’arrancare, al procedere dispendioso e inefficiente delle ‘cose’. Molteplici energie profuse, spese inutilmente.
Mi rattrista esercitare la mia abilità nel “dire ciò che si deve dire”, nel "tenere a galla ciò che c’è”, spesso con la sola sensazione di prolungare l’agonia; mi rammarico, soprattutto, di non riuscire ad esprimere “ciò che è” quale presupposto per avviare “ciò che si deve fare”. Mi accontento di “buttare qua e là qualcosa” senza troppa speranza di dare un contributo, di essere utile.
Questo è il tempo che ho incontrato lungo la mia strada; queste sono le capacità che posso mettere in campo – evidentemente insufficienti per incidere. Prendo atto di sterilità e inadeguatezza.

Il contesto politico è emblematico: assistiamo inermi, infatti, all’ennesima tensione istituzionale.
Al di là di ogni appartenenza e dell’inevitabile partigianeria politica (perché – bisogna ricordarlo – non tutti sono uguali!), prevale il rammarico e la rabbia del veder profondere risorse ed energie, anche qualificate, senza sbocco, senza produzione di valore.
L’urgenza è chiara e la strada da percorrere è definita; ma si rimane bloccati e, quando va bene, si arranca faticosamente.
Le parti coinvolte rimangono impantanate nel loro necessario comporsi, tra di loro ma anche al loro interno. Tutti bloccati. Possiamo lamentarci che siamo stanchi delle vicende del signor B., ma siamo noi che l’abbiamo lasciato a quel posto; possiamo lamentarci delle interminabili diatribe interne del PD, ma siamo sempre noi ad aver scelto quegli attori; lo stesso vale per il M5S che, forte del nostro consenso, si limita ad assistere all’immobilismo senza assumere alcun impegno.
E noi qui come loro, inermi; perché di fatto non ci ribelliamo. Il declino è la meritata conseguenza.
La contaminazione arriva a tutti i livelli, in ogni istituzione, economica o sociale. Saltati gli schemi, espliciti e impliciti, l’entropia ha travolto tutto e tutti: le energie sono distratte e consumate dal provare a stare in piedi, dal difendere la posizione acquisita e non dal perseguire il necessario, l'auspicato.
Attendo tempi nuovi, condizioni più favorevoli.

Foto: The Sterile State of Salento

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