venerdì 18 ottobre 2013

Terapia ‘ecologica’


Sono circondato da contesti, situazioni, azioni che non generano valore, ovvero la cui produzione si limita allo stretto necessario per giustificare il proprio esistere. Pura difesa dell’‘as is’. ‘Il compito primario’ è perso di vista.
Le conseguenze di questa deriva sono gabbie, circoli viziosi, incomprensioni, blocchi, collusioni, corruzioni, abbandoni, solitudini, anche violenze. Presenti in abbondanza. Conclamate.
Fertile, invece, è il contesto capace di comporre l’esistente, valorizzando e sviluppando risorse ed energie disponibili: combinare singole istanze – persone e/o risorse che siano – fino a dar vita a qualcosa d’altro, nuove entità, anche identità. Grande è il bisogno di alleanza.
E non è solo una questione legata al ‘fare’ operativo: si può infatti attivare apprendimento, diffondere conoscenza, costruire legami, avviare relazioni, accendere passioni, insomma seminare ‘vita’ lungo la strada andando a tracciare percorsi, istituire storie.
Ogni aspetto della vita ne viene ricompresa: la famiglia e il lavoro, in primis, e poi tutte le situazioni presenti nella quotidianità, ogni occasione nella quale si è chiamati ad esserci, a fare, ad esprimersi.
Questa è la sfida posta ad ognuno: stare dentro la quotidianità serenamente e, ove il contesto lo permetta e qualora dotato di risorse, costruttivamente, dando un contributo affinché le cose accadano, gli obiettivi vengano raggiunti, le persone, i gruppi e le istituzioni crescano, evolvano. Questa è terapia della vita. Terapia ecologica.
Ecco un metro interessante per misurare l’esistenza: la contribuzione data allo sviluppo di senso e significato.
È vero, il contesto favorisce od ostacola, rende possibile o vincola. Compito di ognuno è tenere la lampada accesa, pronti a metterci del proprio qualora si apra la possibilità.

Foto: Terapia Ocupacional 31

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