giovedì 7 novembre 2013

Per una "cultura della realtà"


Ordinariamente rappresentiamo la vita come se fosse definita e pressoché continuativa, sicuramente stabile e duratura. Appare come un percorso tracciato, eventualmente con solo qualche plausibile variante.
Prevale quindi una idea di 'congelamento' dello scorrere del tempo, di prevedibilità e pianificabilità degli accadimenti, in altre parole una concezione logico-razionale della vita. Impostazione certamente funzionale al perseguimento di fattivi obiettivi a breve termine. Ne sono emblema l’‘usa e getta’ oppure, parlando di carriere, la ‘modella’ e il ‘calciatore’: prestazione immediata, poi basta.
Una vera e propria semplificazione, se non negazione di buona parte dell'offerta della vita.