giovedì 4 dicembre 2014

La meraviglia di un figlio

Convivo con i miei figli; assisto al loro crescere.
Osservo il progressivo definirsi: nascono che "non sono" per poi diventare "qualcuno" e "qualcosa". Quel che potranno, quel che vorranno.
Ed io qui a presenziare.
Alla nascita, eccetto il genere, tutto è novità: la "carne" con le sue fattezze, i lineamenti e le proporzioni, i tratti della fisionomia.
Non è vero che tutti nascono belli!
Resta celato l'essenziale: le energie, le capacità, l'emotività, il carattere.
Poi crescono.
Nel mio invecchiare loro definiscono se stessi; mentre io difendo l'acquisito loro si aprono al mondo. Giorno dopo giorno portano alla luce la loro distintività. Mi piace osservarli, coglierne i segni, immaginare e prefigurare chi e come saranno. Due sono i punti di attenzione: l'autonomia e le peculiarità, ovvero la propensione ad arrangiarsi ed i tratti di distintività.