venerdì 16 gennaio 2015

Irrispettosi nei confronti di noi stessi e degli altri

Sullo sfondo delle stragi di Parigi si sta assistendo ad un festival di manifestazioni che ruotano attorno a tre concetti: blasfemia, fanatismo e ipocrisia. 
Istanze che nei loro estremismi si coniugano rispettivamente con la dissacrazione di tutto e tutti, la soppressione del diverso, la falsità attraverso l'adozione di posizioni per pura opportunità.
Lo specifico caso francese è plateale e scenico, ma soprattutto è rappresentativo dei tratti profondi della cultura contemporanea: attaccare l'altro per pura provocazione, giudicare "sbagliato" chi pensa diversamente, assumere posizioni "perché si fa così" oppure per mero interesse personale. Insomma, i recenti eventi evidenziano fondamentali istanze dell'attuale "essere e agire" che, benché portatrici di prepotenza e sopruso, sono considerate per lo più legittime.

martedì 6 gennaio 2015

Auspicando la fine dell'ideologia dell'obbedienza e dell'adesione incondizionata


Artificialità, opportunismo, ipocrisia, falsità, manipolazione sono tratti dei comportamenti che si possono riscontrare in modo diffuso e frequente; tratti profondi, attuati implicitamente più di quanto si pensi.
Fino ad oggi ho considerato tali istanze quali parti costitutive del comportamento umano, connotando il loro manifestarsi con la fragilità, l'incompiutezza, la debolezza, insomma tratti dovuti alla storia, ai percorsi e alle caratteristiche culturali e personali. Ho adottato insomma un principio di comprensione piuttosto che di condanna.
Approccio comprensivo, se non giustificativo, che trova evidenza nella realtà dell'Italia di oggi: paese collocato al 69esimo posto tra le 177 nazioni valutate nell'indice di Transparency International, che registra solo 257 carcerati per corruzione su una popolazione di 50 mila.